Il
“Teorema
di Morley” afferma: In un
triangolo si trisechino gli angoli interni. I tre punti di
intersezione delle trisecanti adiacenti formano un triangolo
equilatero.
Sia dato un triangolo qualsiasi ABC in cui le misure
dei tre angoli A, B e C siano indicate rispettivamente come 3α, 3β, 3γ.
Si costruisca il triangolo ABG avente per angoli alla
base 2α e 2β mentre l’angolo al vertice G misurerà, ovviamente, 180° - 2(α + β).
Tracciate le bisettrici del triangolo ABG determiniamo il punto di intersezione D, incentro dello stesso triangolo. Dal punto D è possibile tracciare due segmenti DE e DF tali che gli angoli EDG e GDF abbiano entrambi un’ampiezza di 30°. È facilmente dimostrabile che il risultante RDF è un triangolo equilatero.
Dal
punto
B si traccia una semiretta che forma un angolo GBY, esterno al
triangolo ABG e congruente all’angolo DBF.
Tracciata la normale al lato ED dal punto F, vertice del triangolo equilatero, si determina il punto H, intersezione di questa con il prolungamento di BD, segmento di bisettrice.
Tracciato
il
segmento HE e prolungato oltre al punto E, si individua il punto C,
intersezione con la precedente semiretta.
HF, per ovvi motivi, giace sulla bisettrice dell'angolo BHC, F è sulla bisettrice dell'angolo DBC, pertanto F è incentro del triangolo CHB e BF è bisettrice dell'angolo HBC.
Prolungati il segmento AD ed il segmento BF si
intercetta il punto L
Chiamati provvisoriamente γ i due angoli LCH e BCL, resta da dimostrare che CAE è congruente a GAL quindi HCA è congruente a LCH, perciò il punto E incentro del triangolo ALC, dunque derivato dalla trisezione degli angoli in A ed in C. In questo caso l’angolo in A del triangolo ABC risulterebbe somma di tre angoli α e l’angolo in C somma di tre angoli γ, come già denominati due di essi.
Dimostriamo che DL = LF
AGB
=
180° - 2(α + β)
EFG = FEG = (180° - AGB)/2 = 90° - AGB/2 = 90° - 90° + (α + β) = α + β
(superfluo
segnalare l'ovvietà della natura isoscele del triangolo EFG)
EFD
=
60°
BFL
=
β
+ γ
LFD = 180° - BFL - 60°
- GFE = 140° - (β + γ) - (α + β)
= 140° - (α + 2β + γ)
BHC
=
180° - 2(β + γ)
(ricordiamo
che
EDF è triangolo equilatero unico dall’incentro F ai due lati HB e CB)
HDE
=
DEH = (180° - CHB)/2 = 90° - (90° - β - γ) = β + γ
EDF
=
60°
LDB
=ADH
= α
+ β
FDL
=
180° - HDE – 60° - LDB = 140° - (β + γ) - (α + β)
FLD = 140° - (α + 2β
+ γ)
LFD
=
FDL pertanto DL = LF
Il segmento LE
giace dunque sulla bisettrice di ALC
Tracciato il segmento AC, lato del triangolo ABC, chiamiamo x e y rispettivamente i due angoli CAE e ECA.
Valgono
le
relazioni che seguono
Triangolo ABC
(1) x + y = 180° - 2α
- 3β – 2γ
Triangolo CHB
CHB
= 180° - 2(β
+ γ)
DEH
+ HDE = 180° - CHB = 2(β + γ)
DEH = β
+ γ
Triangolo BGA
BGA
= 180° - 2 (α + β)
GEF
= EFG = (180° - BGA)/2 = α
+ β
GEF = α
+ β
GEH
= GEF + DEH + 60°= α + β
+ β + γ
+ 60°
GEH = α
+ 2β + γ
+ 60°
Triangolo AEC
x
+ y = 180° – CEA
CEA
= GEH
x
+ y = 180° - α - 2β
- γ - 60°
(2) x + y = 140° - α
- 2β - γ
Confronto tra la (1)
e la (2)
180°
- 2α - 3β
- 2g = 140° - α
- 2β - γ
α + β
+ γ = 60°
Conclusione
3(α + β
+ γ) = 180° come dire
3α + 3β
+ 3γ =180
dalla
(1) x + y + 2α + 3β
+ 2γ = 180°
segue
che x + y + 2α + 3β
+ 2γ = 3α
+ 3β + 3γ
(3) x + y = α + γ
Questo risultato porta alla certezza che x
abbia l’ampiezza di α e y
l’ampiezza di γ facendo
risultare il punto E come incentro del triangolo ALC.
Infatti, se così
non fosse, avremmo un incentro -ancora sulla bisettrice prolungamento
di LE- chiamato E’.
Essendo E’A
bisettrice dell’angolo LAC, in questo caso avremmo LAE’ = E’AC (angolo
x) > α
e LCE’ = ACE’ (angolo y) > β perciò x + y > α + γ
che
è in contraddizione con l’espressione (3).
Perciò, trisecati gli angoli interni di un triangolo, I tre punti di intersezione delle trisecanti adiacenti formano un triangolo equilatero.